Due passi con ...
- ormedinchiostro
- 27 feb 2015
- Tempo di lettura: 2 min
Eric - Emmanuel Schmitt

Il mio primo incontro con Eric-Emmanuel risale all’aprile del 2006, al teatro Verga di Catania, dove veniva rappresentato il suo “Piccoli crimini coniugali”. Attori molto noti (Andrea Jonasson, Giampiero Bianchi) per un autore che mi era del tutto sconosciuto. Dal nome pensai perfino che fosse tedesco.
Fu un colpo di fulmine : il suo stile elegante, la costruzione del dramma al tempo stesso complessa e trascinante, il ritmo serrato, i colpi di scena, i dialoghi appassionati, il suo sapere combinare in modo superbo ironia e tenerezza, cinismo e compassione, mi lasciarono senza fiato.
Da quella sera mi misi sulle sue tracce e non lo abbandonai piu’. Tanto per cominciare scoprii che è uno degli autori di maggior successo della drammaturgia contemporanea francese (e non tedesca), un cultore di cinema, filosofia e musica con una vibrante passione per Mozart. Un sorriso aperto e simpatico e due occhietti furbi e penetranti capaci di fotografare ambienti, corpi e anime con la stessa sensibilità e maestria.
Il primo libro che acquistai fu "Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano" che fu conferma delle mie prime impressioni a teatro e slancio verso ulteriori scoperte. Di seguito una valanga di storie e di emozioni sempre nuove: da "La parte dell'Altro" (una nuova prospettiva sulla storia di Hitler), alla sognatrice "Odette Toulemonde", a "La donna allo specchio" , e tutte le imperdibili opere teatrali, turbinii di personaggi indimenticabili e trame originali.
E poi "L'amore invisibile" (Les Deux Messieurs de Bruxelles). Cinque storie, ognuna una perla legata a un’altra da un unico filo invisibile : l’amore difficile, quello che ha mille ostacoli da affrontare, siano essi tabu sociali o inibizioni personali, ma che ha comunque voglia di essere riconosciuto e vissuto appieno. Senza ipocrisie, falsi pudori o leziosità di alcun tipo, è un prezioso regalo di Eric-Emmanuel che non prenderà mai polvere sulla libreria.
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