Review: "Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany" by Karen Swan
- ormedinchiostro
- 19 ott 2015
- Tempo di lettura: 3 min

Giusto due brevi riflessioni prima di raccontarvi di questa mia ultima lettura versione balneare:
1.Decidere di regalare un libro è fra le scelte piu’ complicate e imbrazzanti che si possano affrontare, persino nei riguardi di qualcuno che si pensa di conoscere alla perfezione. Immaginiamoci poi se il destinatario lo si conosce appena o non si nutre un sincero interesse nei suoi confronti. In base alla mia personale esperienza, sia nei panni di mittente che in quelli di destinatario, posso assicurare che scegliere un libro per qualcuno si rivela nel 90% dei casi un totale fallimento. Lo scegli secondo i tuoi gusti? Che presunzione credere che cio’ che ha emozionato te possa suscitare le medesime sensazioni in qualcun altro: ogni parola ha una risonanza diversa secondo l’animo che l’accoglie e si generano aspettative che andranno molto probabilmente deluse. Lo scegli pensando di conoscere i gusti del destinatario? Ancora una volta dai per scontate delle reazioni che scontate non possono essere mai poiché dipendono solo in minima parte da fattori costanti (autori o generi preferiti, inclinazioni personali o abitudini culturali) e maggiormente dagli imprevedibili stati d’animo, umori e bisogni del momento.
Cio’ premesso, durante tutta la lettura di questo romanzo, mi sono chiesta cosa abbia spinto la persona che me lo ha regalato a sceglierlo per me. Unica conclusione raggiunta: rinsaldare il mio proposito di regalare solo buoni libro corredati dal piu’ sincero augurio di trovare un amico di carta che tenga buona compagnia per qualche metro di cammino.
2. Quando si traduce un romanzo, cosa porta a trasformarne (e a volte snaturarne) arbitrariamente il titolo rendendolo irriconoscibile da una lingua all’altra? Ecco che “Players” diventa un terribile “Shopping da Prada e appuntamento da Tiffany” , in una storia in cui magari si va da Prada, ma non c’è proprio traccia di un appuntamento da Tiffany, come se chi avesse scelto il titolo non si fosse nemmeno curato di leggerne il contenuto.
Premessa a parte, Karen Swan (autrice di “Un Diamante da Tiffany” e “Un regalo Perfetto”) sforna un altro Best Seller internazionale, del genenere Chick Lit, con un’ambientazione “fashion” e modaiola, imperniato sul succedersi di scandali, segreti, bugie e incontri sexy. Da attenta giornalista di moda, collaboratrice di riviste quali VOGUE, la Swan si diletta in una dettagliata, quasi maniacale, caratterizzazione “stylish” delle sue protagoniste che suscitano inevitabilmente un accostamento con la Carrie di Sex and The City.
Tor, Cress e Kate sono tre amiche sulla trentina realizzate nella vita e affermate nella propria carriera: Tor è una ex creativa nel campo della moda, Cress dirige una piccola casa editrice e Kate lavora per uno studio legale che difende le cause dei VIP. L’amicizia che le lega da quindici anni sembra avere creato fra loro un legame profondo e indissolubile. Nonostante l’apparenza di scintillante perfezione però le vite delle tre amiche sono tutt’altro che ideali. Fra tradimenti, ambizioni malsane, frustrazioni, gelosie, tragedie familiari e insoddisfazioni le loro esistenze camminano lungo un filo molto sottile e vengono definitivamente mandate all’aria dall’irrompere di Harry Hunter, l’intrigante, diabolico scrittore più amato e famoso del momento. Harry è un caso editoriale da milioni di copie, il suo volto compare sulle pagine delle riviste patinate, sui cartelloni pubblicitari degli autobus, la sua dissoluta vita privata anima tutti i giornali di gossip e, in un modo o nell’altro, Tor, Cress e Kate vengono tutte intrappolate nella sua spirale, abbagliate dal suo smagliante fascino. Le loro vite vengono sconvolte; entrano in una spietata competizione fra loro fino a rischiare di compromettere seriamente la loro preziosa amicizia.
Dopo un inizio confuso, con troppi personaggi, salti temporali, situazioni banali e inconsistenti, viene pian piano fuori una trama piu’ intricata, con qualche nouance di mistero e di giallo che resta comunque un po’ troppo sbiadito. Alla fine, del libro rimane il ricordo (labile!) di personaggi poco realistici che volteggiano da un luogo lussuosissimo a un altro, con case gigantesche arredate da architetti famosi, gomito a a gomito con celebrità come fossero vicini di casa, in abiti firmati e gioielli preziosissimi. Un grande, immenso, gigantesco niente adatto a una lettura distratta sotto l’ombrellone.
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