Review: "Le luci nelle case degli altri" by Chiara Gamberale
- ormedinchiostro
- 1 mar 2015
- Tempo di lettura: 2 min

Una storia originale e uno stile senza fronzoli per un romanzo che, con estrema semplicità e ironia, tocca argomenti della vita quotidiana di tutti noi: dal rapporto di coppia, al vincolo matrimoniale, alle relazioni uomo-donna, alle riflessioni piu’ intime delle persone.
Maria, un'amministratrice di condominio dalla mentalità libera e dall’incredibile carisma, muore all'improvviso, in un incidente stradale. Lascia una figlia, una bambina di sei anni, e una lettera inquietante. La bambina si chiama Mandorla e nella lettera Maria rivela che il vero padre della piccola si nasconde proprio in uno dei cinque piani, in una delle cinque famiglie del palazzo che lei amministrava. Tutti cominciano a chiedersi chi sia fra loro il misterioso padre. Naturalmente nessuno vorrebbe destabilizzare il proprio menage quotidiano, nessun partner vorrebbe scoprire di essere stato tradito con l’affascinante Maria. Meglio restare nel dubbio piuttosto che affrontare una scomoda verità. Così viene presa la decisione di non fare il test del DNA su Mandorla e di crescere la bambina tutti assieme. E con Mandorla, in fondo, crescono tutti. La bambina porta, come la madre, un vento di cambiamento e di libertà, verso un finale inatteso.
Fra le riflessioni dei personaggi:
“Com’è che un amore finisce?
Finisce quando non ce n’è più, quando ce n’è troppo, quando in realtà non c’è mai stato. Un amore finisce perchè qualcosa si consuma: allora non bisogna usarlo, forse, l’amore. Ma finisce pure quando non si consuma niente e anzi: tutto rimane come il primo giorno. Così perfetto che pare finto. E allora almeno un po’ forse bisognerebbe usarlo, l’amore. E se poi finisce perché mentre lo usi ti cade per terra e si rompe? Anche quello può capitare. Così come che lo lanci in aria, per giocare, e quello però non ti torna più indietro: può capitare. O magari finisce perché te lo scordi da qualche parte, perché lo vuoi tenere sempre chiuso in tasca per non perderlo, ma così marcisce, va a male. Finisce perché andavi di fretta, finisce perché rimani indietro, finisce perché vuole finire, perché deve finire. Finisce perché non c’è cosa più impossibile da tenere a mente, quando un amore comincia, che potrebbe finire”
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