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Due passi con ...

  • ormedinchiostro
  • 1 mag 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Jorge Amado

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“Sono immune dall’invidia, libero di provare ammirazione e amicizia, che bellezza! Non c’è niente di più triste di qualcuno che soffre per il successo altrui, che è schiavo della critica e del rancore, che trasuda invidia, che si dibatte nel dispetto: un infelice.”

Questo è Jorge Amado, arrivato nella mia vita, con le sue parole e le sue donne, esattamente quando doveva arrivarci, quando ero in attesa dei suoi messaggi, dei segreti rivelati dalle sue orme d’inchiostro.

Sulla mia strada è arrivata per prima Gabriella (da “Gabriella, garofano e cannella”). Lei faceva l’amore spensieratamente e preparava deliziosi piatti di cui credevo sentire il profumo attraverso le pagine; ma quando il suo gentile Nacib pensa di far di lei una signora sposandola, di farne una “donna onesta” credendo di agire per il suo bene, lei appassisce, come un fiore selvatico reciso e messo in vaso. Solo la libertà potrà restituirle il sorriso e la voglia di vivere.

Poi è arrivata la travolgente dona Flor (da “Dona Flor e i suoi due mariti") che affronta con coraggio le chiacchiere e i pettegolezzi di chi la vorrebbe vedova a vita e le vergognose avance di chi pensa che sia un preda facile perché bella e sola. E intanto lei cerca di trovare la sua strada fra la sicurezza offerta dal buono e onesto Teodoro e la passione rovente per l’inaffidabile, ma affascinante Vadinho.

E poi Teresa (da “Teresa Batista stanca di guerra"), la figura piu’ drammatica, piu’ tormentata di tutte. Le sue mani si sporcano di sangue per liberarsi da chi la trattava come una bestia, per poi passare, dopo tanti drammi, a rivendicare i diritti delle compagne di strada. Con loro inizia “lo sciopero del canestro” : i marinai americani sbarcati a Bahia devono accontentasi di una vecchia sdentata e in città rischia di scoppiare il caos.

Gabriella, Flor, Teresa sono mulatte, provocanti, figlie del povero sertão. Emanano pura, naturale, sensualità e, con la loro personalità marcata e dirompente, demoliscono lo stereotipo della donna brasiliana sottomessa e rassegnata a soddisfare l’uomo-padrone. Sono guerriere pronte ad affrontare qualsiasi battaglia per difendere la loro libertà, la dignità loro e delle altre donne, e tutte hanno una missione: prendersi la rivincita contro la società maschilista.

Indimenticabili le donne di Amado: piene di vita, lussuriose e innocenti, capaci di affrontare qualunque dramma, povertà, malattie, ma non gli abusi e le costrizioni. Sono dipinte come piu’ coriacee e coraggiose degli uomini, ma anche nella lotta rimangono sempre “femmine”.

Magari non hanno mai letto un libro, non conoscono la poesia, le lettere, la filosofia, la politica, ma conoscono la vita e la loro forza è la loro stessa natura.

In nome dell’amore (quello finto) hanno subito umiliazioni e dolori, ma nell’amore (quello vero, libero e struggente) non smettono mai di credere: “Voler bene è facile, succede quando uno meno se lo aspetta, uno sguardo, una parola, un gesto, e il fuoco si propaga bruciando petto e bocca; il difficile è dimenticare, la saudade consuma; l’amore non è una spina che si può togliere, un tumore che scoppia; è un dolore ribelle e insistente che uccide dentro.”


 
 
 

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