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Review: "Quattro etti d'amore, grazie " by Chiara Gamberale

  • ormedinchiostro
  • 24 ago 2015
  • Tempo di lettura: 2 min

Quasi ogni giorno Erica e Tea s'incrociano tra gli scaffali di un supermercato.

Erica ha un marito devoto, due figli piccoli, una madre originale, un gruppo di ex compagni di classe su facebook, lavora in banca ed è moglie e mamma sempre di corsa.

Tea è un’attrice, protagonista di una nota serie tv, con un passato complesso e un marito tenebroso e manipolatore.

Senza saperlo le due donne si spiano nel carrello e l’una immagina la magnifica vita dell’altra, ognuna sogna quello che non ha e crede che l’altra viva un’esistenza ideale.

Erica guarda gli yogurt light e l’acqua minerale nel carrello di Tea, ne fa il suo ideale e vi proietta il suo sogno: la leggerezza di un corpo perfetto, la libertà di un’eterna ragazza, senza responsabilità né preoccupazioni, e la passione di un amore da rotocalchi.

Certo non immagina di essere per il suo mito la donna ideale. Tea l’ha ribattezzata "signora Cunningham" e vede nel suo carrello da madre di famiglia la promessa di una pace a lei sconosciuta, la stabilità e la serenità di chi è sicuramente punto di riferimento per se stessa e per gli altri, proprio come la madre dolce e impeccabile di "Happy Days".

La realtà è invece tutt’altra. Entrambe si portano dentro dolore, confusione, smarrimento, senso di annullamento. Soffrono entrambe, entrambe si sentono soffocare all’interno dei ruoli e dei modelli troppo stretti che il mondo sembra imporre loro. Sono donne in fuga, donne in cerca di libertà, di una nuova identità che corrisponda di piu’ a quello che sono diventate, in cerca di felicità.

Chiara Gamberale è come sempre brava a creare ritratti di donne, ognuna con il proprio complesso universo di pensieri, emozioni, sogni, delusioni, compromessi. Le voci di Erica e Tea sono dirette e tanto attuali che penso ogni donna possa ritrovare nel racconto un pezzetto della propria storia e delle proprie insoddisfazioni. Tanti gli spunti di riflessione e le idee originali, come le liste della spesa all’inizio dei capitoli, ma nel complesso ho trovato la storia un po’ deludente.

Il messaggio finale sembra ridursi a un trito “l’erba del vicino è sempre piu’ verde”, insieme a un “non è tutto oro quello che luccica”, per arrivare alla conclusione scontata che nessuna vita è perfetta.

Comunque non mi arrendo. La Gamberale mi piace e tornerà presto sul mio comodino.

"Mamma perchè piangi?"

"Per tutte le maledette esistenze che potrebbero farci felici, se non fossimo sempre alle prese con la nostra"


 
 
 

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